10 buoni motivi per studiare musica

Diciamolo pure: pensare che i motivi per studiare musica si esauriscano in un elenco di dieci punti significa semplificare fin troppo le qualità dell’universo musicale. Così, più che di “10 buoni motivi” preferiamo parlare di “10 punti di partenza” per chi, come voi, vuole comprendere quanto siano importanti lo studio della musica e le sue potenzialità per l’essere umano.

1. Migliora lo sviluppo psicomotorio

Quando si tocca con mano per la prima volta uno strumento musicale, la prima cosa che si impara è “come ottenere un suono”, sia che si tratti di premere un tasto, strofinare un arco o agitare un sonaglio. Raggiunto questo obiettivo, il passo successivo è quello di “modellare il suono” sviluppando quegli specifici meccanismi motori che lo trasformeranno in musica. Sia per i più piccoli allievi di propedeutica, sia per chi si diletta tra Mozart e Beethoven, fare musica è un costante esercizio di sviluppo psicomotorio.

2. Incrementa le competenze linguistiche

“Imparare a leggere la musica è come imparare un’altra lingua”. Quante volte l’avremo sentito dire? Beh, in realtà c’è molto di più. Leggere la musica è come leggere in un altro alfabeto (al pari di russo o cinese) in cui linee, punti e pochi altri simboli combinati insieme forniscono precise indicazioni su ritmo, altezza, durata, velocità, carattere e tecnica musicale.

La musica, inoltre, possiede frasi, sintagmi e parole (i motivi) che si combinano in un “discorso” attraverso un vero e proprio sistema sintattico. Apprendere la musica significa migliorare anche l’apprendimento dei concetti propri del linguaggio e le sue specifiche competenze.

3. Potenzia lo sviluppo cognitivo

Studiare musica, sviluppa il ragionamento logico-matematico e struttura le mappe mentali. Già dalle prime lezioni, assimilando i concetti base della musica, la matematica e la logica diventano fondamentali per comprendere e interpretare il ritmo. Con la musica si impara anche a sviluppare il pensiero multiplo: le note vanno suonate con durata, cadenza, intensità, ritmo e intenzione indicate in partitura così come, ad esempio, seguendo il direttore. Inoltre, aumenta la memoria, rendendo più facile e veloce i processi di memorizzazione, e permette di raggiungere livelli elevati di concentrazione.

4. Sviluppa la sensibilità artistica e la creatività

Abbiamo parlato molto di tecnica e di cognizione ma non possiamo tralasciare che la musica, prima di tutto, è Arte. In quanto tale, sviluppa il pensiero creativo attraverso la sperimentazione, canalizza l’esteriorizzazione dei sentimenti e sviluppa la sensibilità artistica ed estetica.

5. Necessita di capacità di ascolto e riflessione

Per padroneggiare correttamente uno strumento musicale (o la propria voce, nel caso del canto) bisogna ascoltare ciò che si sta suonando, analizzandosi e correggendosi se necessario. Con il passare del tempo, l’abitudine di ascoltarsi va al di là del semplice strumento, trasformandosi in un prezioso mezzo di analisi e riflessione personale.

6. Promuove empatia e abilità sociali

Oltre ad ascoltare sé stessi, per poter suonare in gruppo è indispensabile imparare ad ascoltare gli altri (si pensi al suonare in un’orchestra, così come in duo o in quartetto). Attraverso l’affinamento di queste dinamiche, la musica promuove lo sviluppo dell’empatia e delle abilità sociali necessarie per relazionarsi con gli altri. Migliora la capacità di comunicazione interpersonale e attraverso le attività di gruppo promuove l’armonia sociale e la cooperazione verso un obiettivo comune.

7. Insegna disciplina e responsabilità

Johann Sebastian Bach diceva che “è facile suonare uno strumento: tutto quello che devi fare è toccare il tasto giusto al momento giusto e lo strumento suonerà da solo“. Beh, ironia a parte sappiamo tutti che suonare bene uno strumento non è affatto un’attività facile, né immediata. Anzi, richiede un lavoro costante, notevole forza di volontà, pazienza e perseveranza: proprio quei valori che il mondo accelerato in cui viviamo sta dimenticando. Studiare musica significa usare metodo e disciplina per raggiungere obiettivi non semplici ma di grande gratificazione. Inoltre, ogni allievo sviluppa verso il proprio strumento un senso di responsabilità: gli strumenti musicali, infatti, richiedono una certa attenzione nel loro uso e nella manutenzione e toccherà all’allievo imparare a prendersi cura di essi.

8. Migliora l’autostima e promuove la crescita personale

I piccoli miglioramenti che si sperimenteranno giorno dopo giorno nello studio della musica saranno una fonte di soddisfazione che gratificherà tutti gli sforzi messi in atto. Con l’aumentare del controllo sullo strumento, aumenterà anche la motivazione e, con essa, la spinta a perfezionarsi. Con il passare degli anni si potrà puntare più in alto e scoprire che ne è valsa la pena e che tutto è avvenuto grazie a sé stessi. Suonare in pubblico permette di affrontare le proprie paure e combattere l’ansia da prestazione. Inoltre, aiuta i bambini a esprimere canali inespressi o emozioni negative in modo positivo.

9. Niente sviluppa la personalità come fa la musica

Cosa vuol dire suonare uno strumento? Anche il brano più semplice richiede un coinvolgimento intellettuale, delle abilità motorie specifiche, un interessamento emotivo e un alto grado di percezione sensoriale. La coordinazione delle mani e delle dita sulle corde, sulla tastiera, sulle chiavi, sui pistoni, richiede notevoli abilità motorie e una forte potenzialità di immaginazione spaziale. La lettura del pentagramma richiede l’elaborazione veloce e simultanea di informazioni molto concentrate. La musica richiede un modello di pensiero astratto e complesso, oltre a un grande sviluppo della memoria. Quante altre attività richiedono così tante decisioni contemporanee per un tempo così prolungato?

10. Perché siamo nati per fare musica

Molti pensano che la musica sia qualcosa di superfluo per la nostra vita, essendo generalmente considerata una vocazione per pochi talentuosi e un passatempo per altri. Ma la verità è che in tutte le culture e in tutti i tempi di cui vi è memoria, la musica è stata sempre presente, accompagnandoci fin dalla nascita per tutta la vita. Recenti studi scientifici indicano che il bambino nasce con un cervello già pronto a elaborare il proprio mondo musicale, e che la capacità di percepire la musica è innata. Tutto questo vuol dire solo una cosa: siamo nati per fare musica!

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